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21 05 2014 | Rimini | Bar e ristoranti, cambiano le regole

Mercoledì, 21 Maggio 2014

tortora-chiaroRimini | Bar e ristoranti, cambiano le regole

 

Somministrazione di cibi e bevande: cambiano i criteri per le nuove aperture, ma non in tutti i casi. In pratica, la prima commissione consiliare ha votato oggi a favore della modifica al regolamento che permette nuove aperture o trasferimenti di attività pur in assenza di parcheggi pertinenziali (uno ogni 15 metri quadrati di superficie di somministrazione, anche esterna) e di un'area per il carico e lo scarico di 25 metri quadrati. Criteri per cui sono già in deroga le attività del centro storico e della ztl e che stanno rendendo difficile la vita di chi vuole aprire un locale in zona mare.

 
La delibera votata dai commissari (8 favorevoli e 5 astenuti) precisa che il parametro restrittivo resta per i nuovi insediamenti di pubblici esercizi, ovvero il rilascio di nuove autorizzazioni, oppure il trasferimento in locali che alla data di entrata in vigore del regolamento (il 3 dicembre 2010) non erano utilizzati come luogo di somministrazione o che ancora sono stati costruiti successivamente. La modifica riguarda, precisa anzi il documento, i locali da considerare storici: perché divenuti ormai punto di riferimento per la città.


"Il problema a cui vogliamo fare fronte con la modifica proposta è soprattutto a carico di chi deve subentrare con tutta una serie di requisiti che non dovevano essere rispettati dai precedenti gestori. Ovviamente va in favore anche dei proprietari", spiega l'assessore Jamil Sadegholvaad. "Abbiamo verificato che la restrizione creava grosse difficoltà nel ricambio delle attività (che è un fattore fisiologico), mentre questo è il momento in cui bisogna semplificare e fare in modo che le aziende non chiudano. Il problema è maggiore in zona mare, dove risulta molto difficile creare nuovi parcheggi".


La necessità della modifica è arrivata analizzando le ricadute negative del regolamento del 2010 (in pratica la ricezione regionale in termini restrittivi della legge Bersani sulle liberalizzazioni che a sua volta aveva recepito la normativa imposta dall'Ue). L'effetto è stato quello di precludere il reimpianto di attività di somministrazione in luoghi dove prima venivano esercitate a meno che non si fossero adeguati i servizi alle nuove norme in vigore. Cosa in alcuni casi molto difficile, in altri impossibile.


"In un momento di crisi - spiega l'astensione delle minoranze il presidente della prima commissione Nicola Marcello - bisogna evitare di tartassare chi prova a mettere su un'attività". Dalla minoranza è stato chiesto comunque agli uffici del Comune di verificare con la Regione "l'effettiva possibilità di mettere in pratica la deroga - spiega il capogruppo d Ncd Eraldo Giudici - anche se i dirigenti ci hanno già detto che secondo loro è fattibile".


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